L'agricoltura nell'era Meloni
Si scrive sovranità, si legge sovranismo

Pubblicato da Redazione

il 22/10/2022

campo di grano con tricolore

Non è un caso che nella prima uscita pubblica dopo le elezioni politiche, la leader di Fratelli d'Italia Giorgia Meloni abbia scelto di parlare di agricoltura. Come non è un caso che Francesco Lollobrigida sia stato scelto a presiedere il "Ministero alla sovranità alimentare".

Quello agricolo sta dimostrando di essere un settore molto strategico per veicolare i contenuti del programma di centro destra. E forse anche per questo, si è fatta strada l'idea di dare al Ministero delle Politiche Agricole il nome di Ministero alla sovranità alimentare. Una definizione che punta a recuperare un concetto elaborato dai movimenti contadini negli anni ‘90, svuotandolo di senso, per declinarlo in chiave conservatrice. E che di ambientale non ha praticamente nulla.

Mentre quei movimenti supportano e valorizzano i sistemi contadini di piccola scala, ponendo al centro la figura dell'agricoltore e della terra, il discorso di Meloni è stato tutto incentrato sulla difesa dell'interesse nazionale in Europa. "Costi quel costi" aggiungiamo noi!

La premier ha infatti dichiarato "La sovranità alimentare è centrale. Ci hanno raccontato che il libero commercio senza regole ci avrebbe reso tutti più ricchi, ma non è andata così, la ricchezza è concentrata verso l'alto e ci siamo indeboliti, dipendiamo da tutti per tutto”.

Un affondo al libero mercato davvero inedito da parte della leader di un'area politica che ha sempre fatto della difesa dei privati e del diritto d'impresa il suo marchio di fabbrica. 

Quello che noi invece pensiamo accadrà nel comparto agricolo con il centro destra al governo è che si darà centralità solo ed esclusivamente alla produttività. Solo pochi mesi fa, all'indomani dell'invasione dell'Ucraina, è stato agitato proprio il concetto di sovranità alimentare per mettere uno stop alle condizionalità ambientali nella produzione di grano e mais. Salvo poi scoprire che la stessa Commissione europea sosteneva nei suoi documenti esattamente il contrario, ovvero che “l’Europa è sostanzialmente autosufficiente dal punto di vista dei cereali”.

Cosa ne sarà quindi della transizione ecologica in agricoltura con il nuovo governo? L'unico modello che cercheranno di imporre nel mondo agricolo e nella società sarà quello di un contadino-patriota, che proprio perché ha il ruolo di sfamare la nazione, viene dispensato dai vincoli ambientali. 

Ci aspettiamo quindi un attacco alle strategie europee di riduzione dei pesticidi e dei fertilizzanti chimici, l’introduzione dei nuovi OGM senza etichettatura, un sostegno agli allevamenti intensivi, sempre con l'obiettivo di "sostenere" il settore.

Il "sovranismo alimentare" targato Meloni renderà l'agricoltura totalmente insostenibile e contribuirà a rafforzare l'idea di un paese non solo ricco di prodotti di eccellenza, ma anche in grado di sfamare i propri abitanti, a qualsiasi prezzo. Eppure, come riuscirà ad attecchire questa retorica, se in alcuni casi per produrre la pasta in Italia, si usa un grano d'importazione? Se il nostro mercato ortofrutticolo è pieno di prodotti del mercato estero perché costano di meno? Manca la conoscenza delle tante criticità che affliggono questo settore, seppur considerato strategico!

Noi saremo qui a contrastare questa idea miope di società e di agricoltura, a ricordare che difendere i sistemi di piccola scala vuol dire salvaguardare ecosistemi e biodiversità e distribuire un cibo di qualità, senza sfruttamento, a tutte e a tutti!

Giù le mani dall'agricoltura! Giù le mani dall'ambiente!


(aggiornato il 22 ottobre 2022) 


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