Galizia, sentenza storica contro maxi-allevamenti: violazione dei diritti umani

Pubblicato da Federica Ferrario

il 15/07/2025

Allevamenti cremona

Gli allevamenti intensivi di suini e avicoli in Galizia, Spagna, hanno violato i diritti fondamentali dei residenti. Un tribunale spagnolo ha emesso una sentenza storica che cambierà il futuro dei residenti del comune galiziano di A Limia. È la prima volta in Spagna che un giudice collega in modo diretto l’agricoltura industriale alla lesione di diritti costituzionali e umani, aprendo un precedente importante per tutta l’Europa.

La storia di questa sentenza ha avuto inizio dalle denunce presentate da sette cittadini dall’associazione As Conchas e dalla Confederazione degli Utenti e dei Consumatori (CECU), con il supporto legale di ClientEarth e Friends of the Earth. Le denunce erano indirizzate contro le autorità locali, tra cui la Xunta de Galicia e gli enti idrici, accusate di aver ignorato per anni l’impatto ambientale e sanitario di oltre cento allevamenti intensivi di suini e pollame operanti nell’area.

Il verdetto dell’Alta Corte della Galizia è inequivocabile: le autorità spagnole hanno fallito nel loro dovere di tutela e protezione, consentendo il raggiungimento di livelli record di inquinamento e compromettendo la qualità della vita dei cittadini. Il tribunale ha ordinato l’adozione immediata di misure per eliminare i cattivi odori, ripristinare l’ambiente del bacino idrico di As Conchas e garantire condizioni dignitose agli abitanti, oltre che corrispondere un risarcimento fino a 30.000 euro a residente.

Un territorio trasformato in una “fogna a cielo aperto”

Gli abitanti spiegano che l’aria è diventata irrespirabile, l’acqua dei pozzi inutilizzabile, le abitazioni svalutate. Molti evitano di uscire di casa per non respirare l’aria satura di ammoniaca. La comunità lamenta diversi disturbi della salute, fioriture algali tossiche e un’escalation di timori per la sicurezza alimentare.

Durante le udienze, esperti hanno presentato prove scientifiche schiaccianti: concentrazioni di nitrati nell’acqua fino a 1.000 volte oltre la norma e la presenza di batteri resistenti agli antibiotici, considerati tra le dieci principali minacce globali per la salute. I nitrati, già noti per il loro legame con alcuni tumori (tiroide, seno, ovaie), sono diventati simbolo dell’inerzia istituzionale.

Diritti negati: la Corte cita la Costituzione e il diritto europeo

La sentenza riconosce l’intreccio inscindibile tra ambiente e diritti umani: il diritto alla vita, all’acqua potabile, alla salute e alla partecipazione sociale è condizionato dalla qualità dell’ambiente. Secondo la Corte, gli abitanti stanno subendo un “danno morale continuo” e vivono in una condizione di degrado incompatibile con una vita dignitosa.

Un precedente per l’Italia e per tutta l’Europa

Secondo gli avvocati, questo caso potrebbe aprire la strada ad azioni legali simili in tutta Europa, dove le comunità colpite dagli effetti dell’agricoltura industriale lottano per essere ascoltate. La sentenza, basata sia sulla Costituzione spagnola sia sulla normativa europea sui diritti umani, rappresenta un cambio di paradigma: l’ambiente non è solo una questione ecologica, ma anche una questione di giustizia sociale.

Come ricorda anche David Sánchez, direttore di CECU, «Le autorità pubbliche hanno la responsabilità di garantire che le attività dell'industria non ledano i diritti fondamentali dei cittadini. Ci auguriamo che questa sentenza segni l'inizio della fine di situazioni che rendono difficile o addirittura impossibile per gli abitanti delle zone rurali bere l'acqua del rubinetto nelle loro case e che sia fatta giustizia in questi casi di contaminazione». 

Anche in Italia sono tante le comunità costrette a sopportare gli impatti degli allevamenti intensivi e spesso lasciate sole dalle autorità locali. Un esempio fra i tanti lo troviamo nel comune di Schivenoglia, nel mantovano, dove i cittadini organizzati nel il Comitato G.A.E.T.A., sono costretti a difendersi da soli contro l’ennesimo allevamento intensivo di suini a pochi passi dalle loro case. Anche qui le persone sono costrette a respirare aria satura si ammoniaca e chi vorrebbe trasferirsi non riesce più a vendere la propria casa, visto la vicinanza degli allevamenti.

Anche per questo Terra! - insieme a Greenpeace, Isde, Lipu e WWF- ha presentato una proposta di legge dal titolo emblematico: "Oltre gli allevamenti intensivi - Per una transizione ecologica della zootecnia".


Scopri la nostra proposta di legge


Un testo che prova ad affrontare il pesante impatto ambientale e sociale degli allevamenti intensivi in Italia. Un sistema altamente inquinante e fonte di ammoniaca e metano nell’aria, e che divora risorse, destinando il 70 per cento dei terreni agricoli europei alla coltivazione di mangimi per gli animali. Un sistema che avvantaggia soprattutto le grandi aziende, costringendo i piccoli allevatori a chiudere. Con la proposta di legge volgiamo sostenere le aziende agricole virtuose e la transizione dell'attuale sistema, fermare l’espansione degli allevamenti intensivi e ridurre gli impatti di quelli esistenti e garantire a tutti cibo di qualità a prezzi accessibili.

La proposta di legge ha raccolto tante adesioni da parte di associazioni e realtà che vogliono unirsi a noi in questa battaglia (qui il manifesto) e sono già quattro Comuni italiani – Spoltore, in provincia di Pescara, San Vito al Tagliamento, in provincia di Pordenone, Castenedolo, in provincia di Brescia e Bastia Umbria, in provincia di Perugia – che hanno approvato la mozione per gli enti locali promossa per riconvertire il sistema degli allevamenti intensivi verso un modello più sostenibile.

Nel pieno della crisi climatica, il riconoscimento del legame tra inquinamento agricolo e violazione dei diritti potrebbe segnare un punto di svolta nei rapporti tra cittadini, istituzioni e grandi filiere produttive. Un segnale chiaro: non c’è più tempo per ignorare le conseguenze del modello zootecnico intensivo. Abbiamo bisogno di un piano di riduzione dell'allevamento intensivo e di agevolare la transizione verso modelli agricoli che contribuiscano a mantenere viva la vita rurale, oltre che di autorità che proteggano i diritti e la salute delle persone.


NEWS

? Preferenze Cookies