Revisione PAC: il nuovo affondo alle politiche green in agricoltura

Pubblicato da Redazione

il 24/04/2024

Il Parlamento europeo ha votato sull'emendamento che regola le politiche ambientali della Politica agricola comune (PAC) - la politica europea che finanzia il settore agricolo in Europa- stralciando quasi tutte le norme ambientali, che proteggono i terreni e l'ambiente in agricoltura. 

A larga maggioranza, con 425 voti favorevoli, 130 contrari e 33 astensioni e in tempi record, il Parlamento ha approvato la proposta della Commissione europea presentata lo scorso 15 marzo per eliminare alcune condizionalità ambientali, imposte dalla PAC alle aziende agricole. Ha vinto cioè la linea messa a punto frettolosamente e all'unanimità dai governi degli stati membri, nei mesi scorsi, dopo le proteste dei "trattori".

Proteste che chiedevano di ascoltare le tante criticità del comparto, dai redditi bassi alla difficoltà di stare all'interno delle norme ambientali introdotte dal Green Deal europeo, il pacchetto di misure "verdi" voluto dalla presidente della Commissione Ue Ursula Von Der Leyen. Un Green Deal inizialmente ambizioso, smantellato pezzo per pezzo dall'inizio della guerra in Ucraina (con Fabio Ciconte ne abbiamo parlato qui). Le misure ambientali contro cui si è scagliato un pezzo del settore primario e le forze politiche di centro destra nei mesi scorsi infatti erano state stralciate già molti mesi prima. Si è scelto quindi di cavalcare queste proteste, strumentalizzandole, soprattutto per affossare le politiche green europee in vista delle elezioni. E il voto di oggi dell'Europarlamento, fissato nell’ultima sessione plenaria prima dell'appuntamento elettorale europeo di giugno, lo dimostra.

Ora l'emendamento dovrà essere votato dal Consiglio europeo, poi sarà pubblicato sulla Gazzetta ufficiale europea.

Cosa prevede l'emendamento votato

Dalla cancellazione delle rotazione delle colture, all'azzeramento dei controlli e sanzioni sulle condizionalità ambientali per le aziende al di sotto di dieci ettari (che rappresentano il 65 per cento della totalità), alla eliminazione dell'assegnazione di “una proporzione minima di seminativi alle aree non produttive”, con questo emendamento si è deciso di mettere la parola fine alle tutele ambientali in agricoltura. 

Sul fronte dei redditi degli agricoltori e del prezzo del cibo, su cui come Terra! ci spendiamo ogni giorno, per assicurare l'accesso a un cibo di qualità a tutte e a tutti e un reddito degno agli agricoltori, la Commissione è intervenuta lanciando un Osservatorio sui costi di produzione, sui margini e sulle pratiche commerciali nella filiera agroalimentare (con rappresentanti di tutti i settori della filiera alimentare e rappresentanti degli Stati membri e della Commissione). Inoltre ha proposto di rafforzare le norme applicabili ai contratti che gli agricoltori stipulano con l'industria alimentare o con gli acquirenti al dettaglio. Infine, la Commissione condurrà una “valutazione approfondita” della Direttiva sulle pratiche commerciali sleali nella filiera alimentare in vigore dal 2021, che contiene anche il divieto alle aste al doppio ribasso, una conquista delle battaglie di Terra!, con un primo rapporto che dovrebbe essere realizzato nella primavera di quest'anno.

Con il voto di oggi, viene così smantellata in modo definitivo l'architettura green del comparto agricolo, così come la avevamo conosciuta. Si azzerano gli sforzi delle tante associazioni ambientaliste, come Terra!, che si sono spese nella difesa della biodiversità, nella tutela dei tanti metodi agroecologici che proteggono gli ecosistemi, nella battaglia contro le Tea, acronimo di Tecniche di evoluzione assistita, in inglese Nbt (New breeding techniques) o Ngt (New genomic techniques), i nuovi Organismi geneticamente modificati (OGM). Ma più in generale, si tratta di un affondo ad un'idea di agricoltura e di futuro del nostro Pianeta: quella basata sulla difesa degli ecosistemi agricoli e sulla relazione, sana, tra gli esseri viventi. 

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