Direttiva Ue emissioni industriali: vincono gli allevamenti intensivi

Pubblicato da Redazione

il 11/07/2023

Allevamenti di bovini

Il Green Deal europeo cade a pezzi. Il voto dell'11 luglio scorso al Parlamento europeo di Strasburgo segna una nuova vittoria delle lobby degli allevamenti intensivi e della carne.

I grandi allevamenti intensivi di bovini sono stati ufficialmente esclusi dalla direttiva europea sulle emissioni industriali (IED), nonostante questi siano responsabili di pesanti emissioni di ammoniaca, ossido di azoto e metano. 

Proprio per questo, la Commissione Ambiente europea aveva infatti chiesto al Parlamento di includere questi allevamenti nella nuova normativa, ma una parte dell'Europarlamento ha scelto di salvaguardare i profitti anziché l'ambiente e la salute dei cittadini europei, stabilendo che non può esserci equiparazione a settori industriali altamente inquinanti. Una posizione in linea con la Commissione Agricoltura europea, con cui è in atto un vero braccio di ferro politico. Decisivo per il raggiungimento di questo risultato, è stato il voto dei liberali e della destra, dai popolari del Ppe fino a Fratelli d'Italia e Lega. E una piccola parte dei S&D. 

Secondo le stime della Commissione, peraltro, la direttiva avrebbe toccato solo il 2% degli allevamenti bovini degli Stati membri. Per le grandi stalle più inquinanti, erano previsti controlli più rigidi e l'obbligo di adottare tecnologie per abbattere le emissioni. Ma anche queste misure, davvero minime per poter contrastare i cambiamenti climatici, sono state respinte in toto. 

Dalla direttiva sono stati esentati anche gli allevamenti con meno di 2000 suini (o 750 scrofe) e 40mila esemplari di pollame. Un vero trionfo del settore zootecnico, che ancora una volta dimostra il suo potere al cospetto di una debolezza politica che fa mal sperare per le sorti dell'Unione e di tutti noi. 

Il Parlamento europeo avvierà ora i negoziati con il Consiglio dei ministri dell'Ambiente degli stati membri e con la Commissione per adottare il testo definitivo della direttiva.

Secondo l'Agenzia Europea per l'Ambiente, il comparto zootecnico, in particolare quello dei bovini, è responsabile del 54% delle emissioni di metano di origine antropica in Ue. 

Inoltre, in base ad alcuni dati OCSE- FAO, dobbiamo attenderci una crescita generale del 14% nel consumo globale di carne in questo decennio rispetto alla media del 2018-2020. Questo vuol dire enorme disponibilità di terreni per mangimi e nuovi allevamenti, quindi più emissioni, più dispendio di terreni, di acqua e ovviamente più animali in gabbia, tenuti in condizioni deplorevoli.

Una classe politica che avalla tutto questo va solo contrastata e combattuta. In ogni dove in ogni tempo!

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