Pubblicato da Federica Ferrario
il 17/07/2025
C'era da aspettarselo. La proposta della nuova Politica Agricola Comune (PAC) presentata dalla Commissione Europea scontenta tutti: agricoltori, associazioni di categoria e associazioni ambientaliste. Il futuro di un'agricoltura sostenibile in Europa è sotto attacco.
Il 16 luglio la presidente della Commissione Ursula von der Leyen ha presentato la proposta di un nuovo bilancio dell’Unione europea.
Il finanziamento della nuova PAC dovrebbe scendere da circa 380 miliardi di euro a 300 negli anni 2028-2034. Un taglio del 20 per cento dei fondi agricoli, che la Commissione propone di inserire proprio mentre il bilancio pluriennale dell'Unione aumenta, passando dai 1.200 miliardi (2020-2027) ai 2mila (2028-2034).
I singoli stati decideranno le misure ambientali della nuova Politica agricola comune, che del termine “comune” rischia quindi di essere sempre più spogliata, a favore di una sorta di nuova rinazionalizzazione.
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I timori per il futuro della PAC e dell'agricoltura europea sono tanti.
Se da un lato è un bene attivare meccanismi di degressività (al momento l’80% dei fondi PAC finiscono nelle tasche del 20% delle aziende più grandi e intensive) ed è positivo avere un pagamento semplificato per i piccoli agricoltori, dall’altro la fusione e riorganizzazionie dei capitoli di spesa, ma ancora di più i meccanismi legati a Piani di partenariato nazionali, rischiano di far perdere di vista le vere priorità e la necessità di muoversi in maniera coordinata e condivisa a livello comunitario.
Altro autogol della PAC, il passaggio da obbligo a incentivo della condizionalità ambientale.
Il rischio complessivo che si intravede è quello di un via libera a 27 diverse politiche agricole invece di una sola politica comunitaria forte e coraggiosa in grado di fare scuola, e di affrontare con decisione la crisi ambientale e climatica in corso che – questa è forse la cosa più chiara e indiscutibile di tutte – continuerà in modo sempre più evidente ad impattare su agricoltori, ambiente e tutti noi.
La commissaria Von der Leyen ha detto durante la presentazione della PAC che il 35% di tutto il budget europeo (non solo quello agricolo), dovrà essere legato a obiettivi di clima e ambiente, ma senza paletti chiari, e questo rischia di diventare solo un grande bluff.
Stessa cosa per l’agricoltura, che ha bisogni di forti investimenti in ricerca, certamente, ma non in biotecnologie, bensì in chiave agroecologica e di lungo respiro.
C’è ancora tanta confusione e molti pezzi del puzzle mancanti, ma una cosa è chiara: oltre ad aver perso per strada le raccomandazioni frutto del Dialogo Strategico, a fronte di una non ben definita “competitività”, con questa visione dell’agricoltura e relativa proposta di bilancio, non stiamo andando nella direzione giusta.
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