Borgo Mezzanone: due vite spezzate e l'urgenza dei fondi Pnrr

Pubblicato da Redazione

il 23/01/2023

Ghetto di Borgo Mezzanone

Una nuova tragedia nel ghetto di Borgo Mezzanone, in provincia di Foggia in Puglia. Ibrahim e Queen, un uomo e una donna di origine gambiana, la mattina del 23 gennaio sono stati trovati senza vita nella loro baracca. Dai rilievi effettuati dai Vigili del Fuoco, i due sarebbero stati uccisi nel sonno dalle esalazioni di monossido di carbonio, sprigionate da un braciere posizionato all'interno dell'alloggio, per trovare conforto dal freddo di questi giorni.

A pochi giorni dalla scadenza della proroga fissata per venerdì 20 gennaio e spostata al prossimo 31 marzo per la presentazione dei progetti PNRR volti al superamento dei ghetti, una nuova, drammatica notizia torna a scuoterci e ad interrogare la politica sulla esistenza di questi luoghi infernali ma soprattutto sul loro rapido superamento.

Ecco perché ci uniamo con convinzione all'appello lanciato dal sindacato Flai CGIL della Capitanata, la regione pugliese in cui sorge l'insediamento, che ha chiesto un incontro urgente alla Prefettura di Foggia per fare il punto sui progetti di superamento degli insediamenti informali attraverso i fondi Pnrr e ha proclamato per il 24 gennaio uno sciopero dei lavoratori del ghetto!

Abbiamo conosciuto la realtà di Borgo Mezzanone molto da vicino, attraverso indagini, campagne e progetti, con cui abbiamo fatto dialogare aziende agricole e le persone che vivono in questi luoghi. Abbiamo visto come nella stagione estiva, che coincide con quella della raccolta del pomodoro, il ghetto di Borgo Mezzanone, chiamato anche "pista" per la presenza della vecchia pista dell'aeroporto militare che lo attraversa, arrivi a contenere circa 4000 persone tra lavoratori, braccianti agricoli o cittadini stranieri senza un regolare permesso di soggiorno, che spesso non hanno un luogo dove stare e preferiscono ricongiungersi in questi posti alla propria comunità, a causa dei decreti sicurezza e delle storture della Bossi-Fini.

Da anni, siamo impegnati nella denuncia delle condizioni di lavoro e di vita dei braccianti agricoli e del caporalato come sintomo di un fenomeno più grande: lo squilibrio della filiera agroalimentare. Un riequilibrio che parte proprio dalla garanzia dei diritti base a tutti gli uomini e le donne che lavorano in questo comparto! Ma luoghi come Borgo Mezzanone rappresentano la negazione di ogni diritto!

Nel corso del 2022, secondo i dati che diffonde FoggiaToday, sono stati 150 gli interventi dei Vigili del fuoco volti alla messa in sicurezza del ghetto, un luogo fatiscente edificato con legno e plastica, materiali altamente infiammabili.

Per il superamento di questi insediamenti illegali, sono stati stanziati circa 200 milioni di fondi Pnrr, 115milioni dei quali solo per la regione Puglia. Alcuni comuni, come Manfredonia, dove insiste il ghetto di Borgo Mezzanone, hanno ricevuto oltre 53 milioni di euro per presentare progetti che offrano un'alternativa alle persone che vivono nei ghetti!

Il comune di San Severo invece, dove sorge l'altro grande ghetto della regione, a Rignano Garganico, ha ricevuto oltre 27 milioni di euro e pochi giorni fa ha presentato il suo progetto, sviluppato su tre direttrici, quella dell’abitare, del trasporto e della qualificazione del lavoro. Obiettivi necessari, per restituire dignità a queste persone attraverso un lavoro sostenibile, valorizzando le aziende locali che vogliono rivoluzionare il settore agricolo, a cui occorrerà chiaramente affiancare anche una riforma del sistema di accoglienza.


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