Pubblicato da Redazione
il 01/07/2025
Uno dei problemi più importanti del settore agricolo in Italia è il reclutamento di lavoratrici e lavoratori. Moltissimi imprenditori agricoli lamentano l’assenza di sufficiente manodopera e di strumenti adeguati per impiegarla. Oggi in Italia il reclutamento è affidato al Decreto Flussi, che il governo Meloni ha approvato per la seconda volta il 30 giugno scorso, ampliando il numero degli ammessi rispetto allo scorso anno: 500 mila lavoratori stranieri nel triennio 2026/2028, 230.550 quote per lavoro subordinato non stagionale e autonomo e 267mila per lavoro stagionale nei settori agricolo e turistico (per gli stagionali 88mila per il 2026, 89mila per il 2027 e 90mila per il 2028). Il click day scatterà dal 9 al 16 febbraio.
Il primo Decreto Flussi è stato un fallimento. Secondo i dati della campagna Ero Straniero (una rete di associazioni che monitora i dati da tempo) elaborati sui numeri del Viminale, sono state 9.331 le domande accolte dalle prefetture su un totale di 119.890 quote assegnate nel corso del 2024. Nel corso della legislatura, il primo Decreto era stato più volte modificato e molte persone sono diventate irregolari, quindi invisibili e senza diritti.
Il problema cruciale lamentato dai sindacati e dalle associazioni che monitorano il fenomeno sta nella disparità tra domande pervenute e domande accolte dai diversi settori lavorativi.
In agricoltura come in edilizia, uno dei problemi denunciato dagli stessi datori di lavoro sta nel fatto che i lavoratori ricevevano il permesso di partire, il nulla osta, quando la stagione di raccolta è ormai finita. Molti inoltre segnalano anche che il meccanismo del "click day", cioè la data limite entro cui i lavoratori stranieri possono registrarsi per entrare in Italia, è un grande limite al lavoro delle imprese, che preferirebbero avere finestre di reclutamento più ampie, spalmate sull’intero anno.
Questo secondo Decreto flussi ha suscitato molte reazioni avverse, anche perché ancora una volta, il governo pensa di poter risolvere un' enorme questione, quella del lavoro migrante, necessario per mandare avanti il comparto agricolo nazionale, solo con l’aumento delle quote di ingresso.
Le proposte alternative al Decreto Flussi
Come propone la campagna Ero Straniero, serve intanto un permesso di soggiorno temporaneo per le persone che entrano con il decreto flussi ma che restano poi senza documenti, perché non assunte dall’azienda che invece li ha convocati. E serve anche un obbligo di contratto per il lavoratore che arriva in Italia, che dovrebbe avere maggiori tutele.
Ma ciò che occorre fare soprattutto, che denunciamo ormai da tempo, è superare la legge Bossi Fini, una stortura normativa che ha legato il contratto di lavoro dei lavoratori stranieri alla residenza e iniziare a erogare permessi di soggiorno per ricerca occupazione e a regolarizzare le persone già presenti sul territorio nazionale.