Attacco alla Banca dei Semi a Hebron. Colpire l'agricoltura per cancellare il futuro della Palestina

Pubblicato da Redazione

il 04/08/2025

Attacco alla banca dei semi in Cisgiordania - Terra!

La cancellazione dell'identità di un popolo spesso inizia proprio dall'attacco alla sua agricoltura.

L'esercito israeliano ha attaccato l’Unità di Moltiplicazione dei Semi della Banca dei semi dell’Unione dei Comitati di Lavoro Agricolo (UAWC), situata nella città di Hebron, nella Cisgiordania meridionale.

Sottrarre e distruggere la terra o rimpiazzare coltivazioni locali per colonizzare; proteggere la terra o i semi autoctoni per tutelare il diritto a esistere. L’agricoltura ha sempre avuto un ruolo speciale nei conflitti, in particolare in quello israelo-palestinese, come arma di attacco e di controllo dell'esercito e dei coloni israeliani, ma anche come simbolo di resistenza e fierezza dei palestinesi.

La Banca dei Semi è da sempre considerato un luogo simbolico per migliaia di produttori palestinesi, che attraverso la riproduzione e lo scambio di semi hanno preservato le varietà autoctone tutelando per anni il legame tra le future generazioni e la Palestina.

Con questo attacco, l'esercito israeliano ha deliberatamente scelto di distruggere materiali per le sementi e strumenti per la riproduzione dei semi locali, cancellando in pochi attimi il futuro dell’agricoltura ma simbolicamente, anche il diritto ad abitare quella terra.

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Le Banche dei Semi sparse per il mondo sono scrigni preziosi di biodiversità, che tutelano varietà altrimenti dimenticate. Banche come la Global Seed Vault delle Svalbard, in Norvegia, dove sono custoditi semi provenienti da tutto il mondo per garantire un futuro, in caso di perdita di biodiversità, di eventi naturali eccezionali, di conflitti armati. E' il caso dei semi di Aleppo, portati in Norvegia dopo che la Banca dei semi della città siriana era stata danneggiata dai bombardamenti della guerra civile, a partire dal 2012.

La guerra della fame

Nonostante Israele possegga una dotazione bellica tra le più importanti al mondo: carri armati, aerei da combattimento F-35, F-15 e F-16, missili balistici e droni – oltre al sistema di difesa antimissile Iron Dome- la fame e l'occupazione/distruzione dei terreni continuano a rappresentare le armi più efficaci di questa terribile guerra. 

Stando ai numeri delle Nazioni Unite, da quando è partito il programma di distribuzione degli aiuti alimentari da parte della Gaza Humanitarian Foundation, nel maggio 2025, sono almeno 1000 le persone uccise a Gaza mentre cercavano di recuperare cibo. Stando ai media internazionali, il Cogat - l'agenzia israeliana che controlla le spedizioni di aiuti a Gaza - tra marzo e giugno, Israele avrebbe consentito l'ingresso nel territorio di sole 56.000 tonnellate di cibo. Meno di un quarto del fabbisogno minimo di Gaza per quel periodo.

Una condotta deliberatamente volta a distruggere un popolo, a cancellarlo per sempre. Un'azione che urla giustizia e che imporrebbe solidarietà e atti concreti da parte dei governi internazionali, incluso il governo Meloni. Un'azione che condanniamo con sdegno come un genocidio inumano e crudele.






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