Pubblicato da Redazione
il 11/11/2025
La povertà alimentare è un fenomeno multidimensionale che va letto oltre la “semplice” mancanza di cibo. E oggi il comune di Roma approva all'unanimità una Delibera di contrasto alla povertà alimentare, che mette a sistema un intervento strutturale contro questa profonda piaga sociale, unendo il lavoro del servizio sociale della città con i municipi e le associazioni del Terzo Settore.
Frutto del grande lavoro del Tavolo povertà alimentare del Consiglio del cibo, presieduto da Fabio Ciconte, presidente di Terra! - di cui Terra! fa parte fin dalla sua creazione- la Delibera è un segnale importante della sinergia che si è venuta a creare tra la consulta del cibo e le istituzioni capitoline.
Come abbiamo raccontato nell’ultimo report “Quando il cibo non basta”, la povertà alimentare incide profondamente su diversi aspetti del benessere individuale, tra cui le relazioni e la salute psicologica. Per fronteggiarla, la maggioranza capitolina ha lavorato a un atto che prova a ridurre le disuguaglianze sociali, coinvolgendo tanti attori diversi della città.
Con questo provvedimento, per la prima volta, si mette in atto un approccio sistemico, capace non solo di rispondere al bisogno immediato di cibo, ma di intervenire sulle tante conseguenze del fenomeno e sulla sua prevenzione.
La Delibera punta, tra le altre cose a:
La Delibera approvata oggi è un nuovo atto della lotta alla povertà alimentare lanciata dal Consiglio del cibo in sinergia con il comune di Roma. Nel dicembre 2024, l’Assemblea capitolina aveva già approvato all’unanimità la Mozione n.167, che impegnava il sindaco e la giunta ad avviare una interlocuzione con il Governo in tempi brevi per provvedere alla distribuzione degli aiuti alimentari del programma FSE+ - il principale strumento di sostegno alle persone in povertà con cui si erogano aiuti alimentari, garantiti perlopiù da fondi Ue- e prevedere in Legge di Bilancio un incremento del Fondo Nazionale Indigenti.
Questa “battaglia” ha poi avuto una prosecuzione, spingendo le Commissioni capitoline Politiche Sociali e Salute e Ambiente, rispettivamente presiedute da Nella Converti e Giammarco Palmieri, ad avviare una ricognizione a livello municipale di strumenti e protocolli già attivi che potessero coniugare il lavoro istituzionale e le richieste delle organizzazioni del terzo settore.
Tra tutte le proposte emerse dal lavoro dei Tavoli tematici, quella delle “Case del cibo” è risultata essere la più trasversale. Per questo, come annunciato nell’Assemblea del Consiglio del cibo dello scorso giugno al Quarticciolo, a Roma, su questa proposta si concentrerà il lavoro del Consiglio nei prossimi mesi, attraverso un percorso partecipato insieme a chi vive quotidianamente il territorio e conosce bisogni, possibilità e difficoltà.
L’idea emersa è quella di creare dei presidi territoriali, dei luoghi multifunzionali che ospitino attività correlate al cibo. Luoghi che parlino alla comunità, di mutualismo e incontro. Possono nascere in spazi da recuperare, come un banco del mercato, oppure in orti urbani o empori. Ogni Casa del cibo sarà diversa e avrà anche un’identità specifica, in base al territorio in cui emergerà.
Ancora una volta, il cambiamento promosso dalle politiche del cibo è un cambiamento radicale, che riguarda tutti. Guardare al futuro attraverso il cibo oggi sembra finalmente possibile.