Lollobrigida in Ue: la transizione ecologica può aspettare

Pubblicato da Redazione

il 15/12/2022

Ministro Lollobrigida

Al Consiglio Ue dei ministri dell'Agricoltura, Francesco Lollobrigida ha esposto ieri le linee programmatiche del suo dicastero: sovranità alimentare nazionale ed europea, condanna dell'etichetta Nutriscore e del cibo sintetico, e soprattutto difesa a oltranza della produzione, anche a costo di smantellare i timidi passi fatti in Ue verso una transizione ecologica in agricoltura.

L’applicazione in Italia della strategia Farm to fork potrebbe infatti comportare una riduzione dell’uso di fitofarmaci in agricoltura. La Commissione Ue ha presentato la valutazione di impatto che accompagna il nuovo regolamento per l’uso sostenibile dei fitofarmaci, considerati dannosi per l'ambiente, chiedendo agli stati di ridurne l'impiego entro il 2030. Per l'Italia è previsto un taglio del 60%, un obiettivo ambizioso e sfidante.

Ma questa decisione non piace all'attuale ministro e alle principali associazioni di categoria, che temono di dover ridurre i volumi delle produzioni dei propri affiliati, in un momento in cui l'attuale "agricoltura di guerra" spinge sulla necessità di autosufficienza alimentare. Una retorica che abbiamo visto utilizzare di frequente nei mesi scorsi,  e in virtù della quale, con gli stessi soldi della Pac destinati a pratiche sostenibili, si è scelto ad esempio di coltivare anche sui terreni che dovrebbero restare a riposo per supportare il ripristino degli ecosistemi, accogliendo così le richieste dell'agrobusiness.

Eppure, sia in Europa che in Italia, la vulgata della "crisi alimentare" è stata smantellata. Non solo dalle organizzazioni ambientaliste e dagli esperti, ma dal Commissario europeo per il Clima e il Green Deal, Frans Timmermans in persona. Timmermans ha affermato che i gruppi di interesse nel settore agricolo stavano sfruttando ed esagerando la paura della fame in Europa a proprio vantaggio. Al contrario, spiegava Timmermans, l'Europa è autosufficiente dal punto di vista della produzione di cereali, e le importazioni dai paesi in conflitto sono contenute. Anche l'ex ministro italiano delle Politiche agricole Stefano Patuanelli, che già a marzo dichiarava "Non esistono allarmi alimentari per il nostro Paese", salvo poi piegarsi e concedere le deroghe alle condizionalità ambientali richieste dalle imprese. 

Intervistato dalla stampa al termine del Consiglio Ue, Lollobrigida sembra però tornare a soffiare sulle vecchie paure: "Con l’aggressione della Russia all'Ucraina, abbiamo scoperto che l’Europa non aveva capacità di essere indipendente. [Abbiamo scoperto che l'Europa, ndr] aveva affidato il proprio destino a filiere lunghe, che mettono non solo in discussione la produzione, ma fanno alzare i prezzi al consumo. Questo pericolo va arginato, in questo momento, con misure d’emergenza. E' evidente che dobbiamo diminuire l’impatto che sull’agricoltura si ha con una radicale diminuzione dell’uso dei pesticidi che va contemperata con la contingenza". 

Con la guerra in corso (la "contingenza"), sembra dire il ministro, non è il momento di fare scelte ecologiche. Ma, ci chiediamo noi, quando arriverà il momento di riformare quegli stessi sistemi produttivi e modelli di consumo che ci hanno condotto in questa situazione? Non è mettendo in pausa la transizione ecologica che guadagniamo sicurezza alimentare, ma il contrario. Spingendo l'agricoltura a lavorare con la natura, non più contro di essa, creiamo le condizioni per rendere le filiere più resilienti e sostenibili. Ma il primo passo dev'essere abbandonare le fake news e la retorica patriottica per cominciare davvero a fare gli interessi dell'agricoltura.



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