Pubblicato da Redazione
il 28/07/2025
Solo il 13% delle risorse messe a disposizione dal Pnrr per il superamento dei ghetti della nostra penisola, sarà speso. L’investimento storico da 200 milioni di euro destinato inizialmente a 37 progetti in tutta Italia, volto a dare dignità alle migliaia di persone oggi stipate negli insediamenti illegali distribuiti da Sud a Nord, spesso impiegate nelle aziende agricole del nostro paese, ci sarà, ma non sarà sufficiente per tutti.
Nel 2024, a due anni dal decreto che assegnava queste risorse, il governo Meloni aveva nominato un commissario straordinario, Maurizio Falco, per dare seguito ai progetti presentati dai comuni italiani per superare la vergogna nazionale dei ghetti, mettendo a disposizione di queste persone case e alloggi, intervenendo anche sui trasporti. La data limite per la conclusione dei lavori era stata fissata al 30 marzo 2025, ma i lavori a marzo non erano neanche iniziati. Il commissario ha quindi chiesto una proroga di 15 mesi, fino al mese di giugno 2026, per poter realizzare almeno in parte le opere previste dai fondi Pnrr.
A fine luglio, il portavoce del commissario straordinario ha infatti annunciato lo sblocco di 12 progetti. Sono circa 700 le persone che ne beneficeranno, con una spesa di 26 milioni di euro, solo il 13% delle risorse investite. Dopo tutto questo tempo, molte amministrazioni hanno deciso di rinunciare a questi soldi. E ad oggi i comuni che vedranno realizzati i progetti presentati sono: Castelguglielmo (Rovigo), Saluzzo (Cuneo), Pescara, Castelvolturno (Caserta), Eboli (Salerno), Corigliano-Rossano (Cosenza), Lesina, Carpino e Carapelle (Foggia), Bisceglie (BAT), Brindisi e Siracusa.
La ministra del lavoro Calderone, in occasione del Tavolo Interministeriale sul caporalato, ha dichiarato che i fondi rimanenti potrebbero essere trasformati in incentivi alle aziende agricole, in modo che siano queste ultime a costruire alloggi per i lavoratori.
Il cuore dell’investimento dei fondi Pnrr per il superamento dei ghetti era Foggia: 114 milioni di euro su 200 milioni. Da anni questa provincia è ormai tristemente associata alla presenza di insediamenti, dove tra lamiere e plastica, si sono consumati tantissimi episodi tragici. I numeri delle persone accalcate a Borgo Mezzanone, nell’area dell’ex pista aeroportuale, variano di anno in anno, ma in estate, quando l’agricoltura ha bisogna di braccia per la raccolta, non scendono mai al di sotto dei 2000. Tra Cerignola, Torretta Antonacci e San Severo se ne contano altrettanti. Foggia è da tempo lo specchio del paese. Anche per questo, qualche mese fa, come Terra! abbiamo firmato l' appello "Mai più ghetti" promosso dalla Flai CGIL sottoscritto da altre associazioni, con cui abbiamo chiesto al governo di sbloccare i fondi del Pnrr, per garantire diritti a queste persone e per dare un futuro a questi comuni.
Lo sblocco dei fondi assicurato dalla struttura commissariale a luglio tocca Foggia solo in parte, lo fa solo per gli investimenti più bassi. Non ci saranno investimenti invece né a Latina né a San Ferdinando, nel Lazio e in Calabria, destinazioni ambite da chiunque sia alla ricerca di un lavoro in agricoltura in Italia, nella raccolta di ortofrutta. Nonostante qui, nel corso degli anni siano aumentati moltissimo i lavoratori -perolopiù stranieri- dell'agricoltura, senza una casa.
Un piano -quello del superamento dei ghetti- apparentemente semplice, con fondi già assegnati. Eppure in molti comuni gli insediamenti resteranno dove sono.
Il simbolo di un paese che guarda la sua stessa manodopera come un rischio e come un pericolo, senza tutelare i diritti basilari di queste persone, solo perché straniere.