Tuteliamo gli agricoltori
dalla crisi climatica


"Abbiamo avuto l’impressione di essere in un film americano, di quelli dove la gente si rifugia nei bunker mentre i tornado spazzano via tutto. Ma non è un impressione e non è un film".

Così Ilena Maran ci ha raccontato ciò che ha vissuto in queste ore con la sua famiglia, terrorizzati da un temporale estremo che ha spazzato via, in pochi minuti, il loro lavoro di quasi un anno. 

Ilena e Roberto gestiscono dal 2016 Cascina Bosco Fornasara, la loro azienda in provincia di Pavia  dove coltivano riso, miglio, fagioli, piselli, avena e grano saraceno. Un terreno di famiglia che hanno deciso di convertire all'agricoltura rigenerativa e biologica, ricreando un ambiente sano per le colture e la fauna, in un territorio indebolito dalla monocoltura massiva.

Con il loro lavoro rapprensentano l'alternativa necessaria. Per questo hanno aderito a Facefood, la comunità per la Terra, fin dalla sua nascita. 

Dopo quello che è successo, Cascina Bosco ha avviato una raccolta fondi attraverso la vendita di buoni acquisto.

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A sanare questo disastro non basteranno i fondamentali risarcimenti economici, che dovranno essere immediati. Ora è necessario ripensare il nostro modello di sviluppo, comprendere fino in fondo che questi fenomeni sono sempre più frequenti e rappresentano la sfida giornaliera per un numero sempre più alto di persone.

Crediamo che l’inazione politica sia una delle cause che hanno moltiplicato la portata dei danni. E se davvero si vuole agire subito, secondo noi di Terra! la priorità è ridurre le emissioni di tutti i sistemi produttivi, a partire dai sistemi alimentari che hanno delle responsabilità importanti e, allo stesso tempo, ne pagano anche il prezzo più alto. 

E il nostro impegno va proprio in questa direzione. Con il nostro lavoro giornaliero, i nostri progetti e le nostre campagne, che puoi aiutarci a portare avanti per vincere insieme la sfida ecologica.

Aiutaci a costruire un futuro più equo e sostenibile per tutte e tutti!




I segnali che il clima ci manda con questi fenomeni estremi non possono essere ignorati.

"Downburst è il nome corretto dell’ennesimo flagello che ha colpito i nostri campi e quelli di molti altri agricoltori", continua Ilena, "una tromba d’aria al contrario dove i venti a più di 100km/h si sono schiantati verso il basso per poi esplodere in orizzontale come una bomba, segando a metà interi boschi, scoperchiando edifici e distruggendo i raccolti.

Le raffiche di vento orizzontali hanno sdraiato i cereali e le piogge che sono seguite hanno inzuppato le pannocchie che iniziavano ora la loro fase di maturazione ed essiccazione in campo".

Gli eventi estremi che continuano ad abbattersi sul territorio lombardo sembrano essere il preludio di un autunno insopportabile per i cittadini e per gli agricoltori, che a causa della crisi climatica rischiano ogni stagione di perdere il proprio raccolto e il proprio futuro.

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Sempre più numerosi e sempre più potenti, nubifragi, siccità e ondate di caldo stanno diventando la nuova normalità che sta causando danni incalcolabili tra le persone, sull’ambiente e sul lavoro.

Nel dibattito politico però, sembra non esserci spazio per questa ennesima e violenta manifestazione della crisi climatica, acuita da anni di immobilismo che non hanno fatto che amplificare la portata dei danni.

Eventi climatici di questa portata avranno gravi conseguenze sulla produzione e sul lavoro di migliaia di persone.

Per questo è necessario agire ora.


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