La Politica Agricola Comune (PAC) è il principale sistema di supporto per l’agricoltura europea e assorbe un terzo del bilancio dell’Unione. Ogni sette anni il sistema dei sussidi agli agricoltori (circa 387 miliardi di euro) viene revisionato dalle istituzioni europee e nazionali, ma a causa della pandemia la riforma prevista nel 2020 è slittata al 2023.
Poteva essere l’occasione per migliorare radicalmente il regolamento che disciplina la distribuzione dei fondi ai produttori di cibo, vincolandoli in gran parte alla tutela della biodiversità e alla riduzione dell’impatto climatico e ambientale.
Terra! e una rete di organizzazioni ambientaliste, dei consumatori e per l’agricoltura contadina ha condotto una campagna per ottenere una PAC realmente ambiziosa, in grado di spingere l’agricoltura verso un sentiero di transizione ecologica e di rispetto dei diritti sociali.
Abbiamo pubblicato dossier di approfondimento, lanciato campagne di sensibilizzazione e partecipato al Tavolo di Partenariato aperto dal Ministero dell’Agricoltura, per ottenere un Piano Strategico Nazionale capace di sostenere meglio le piccole e medie aziende agricole, stimolare la riduzione di pesticidi e dei fertilizzanti, la riconversione degli allevamenti intensivi e obbligare al rispetto dei diritti e dei contratti di lavoro.
Resta ancora molto da fare per vincere la resistenza di potenti gruppi di interesse che influenzano le decisioni politiche sulla PAC: dal dopoguerra ad oggi, questi gruppi hanno ottenuto che l’80% degli aiuti pubblici finisse in tasca ad appena il 20% delle aziende agricole, le più grandi e industrializzate, a discapito delle piccole realtà.
Per questo il nostro impegno continua verso una saldatura sempre più forte fra movimenti, sindacati e organizzazioni della società civile per costruire un fronte coeso che porti l’agricoltura italiana ed europea sulla strada del cambiamento.