Sulla PAC ora servono modifiche radicali

Pubblicato da Redazione

il 20/04/2022

Terra news PAC

Si è svolta ieri la riunione del Tavolo di partenariato per la redazione del Piano Strategico Nazionale della PAC post 2022, convocato dal Ministro Patuanelli dopo l’arrivo delle osservazioni della Commissione UE alla proposta inviata il 31 dicembre 2021.

In 40 pagine di osservazioni la Commissione chiede un cambio di rotta del documento di programmazione della nuova PAC oltre alle numerose integrazioni per colmare le lacune del Piano predisposto dal Ministero giudicato gravemente carente sotto il profilo ambientale oltre che iniquo nella distribuzione degli aiuti, che continuerebbero a premiare le grandi aziende delle aree ad agricoltura e zootecnia intensiva, soprattutto del Nord, anziché sostenere le aree interne e le piccole aziende delle aree con maggiori difficoltà territoriali.

Per le 16 Associazioni della Coalizione #CambiamoAgricoltura, Greenpeace e Terra! i contenuti delle osservazioni della Commissione UE indicano senza dubbio la necessità di una modifica sostanziale del Piano Strategico Nazionale della PAC e non solo risposte formali per giustificare un Piano ritenuto insufficiente e inadeguato per una vera transizione ecologica della nostra agricoltura.

L’impostazione attuale del Piano Strategico Nazionale della PAC è stata difesa solo dalle Associazioni agricole e dell’agroindustria, restie a promuovere una vera transizione ecologica della nostra agricoltura, tanto che alcune hanno persino riproposto l’ulteriore rinvio di un anno dell’entrata in vigore della nuova PAC.

Una proposta assurda e irresponsabile, l’ennesima riprova della volontà di ostacolare ulteriormente una riforma della PAC già debole e inadeguata per affrontare le sfide globali sulla sicurezza alimentare, la lotta al cambiamento climatico e la perdita di biodiversità,  garantendo anche la sostenibilità economica nel medio e lungo termine per migliaia di piccole aziende agricole nelle aree più marginali del Paese.

Irricevibile anche la retorica strumentale sulla guerra in Ucraina riproposta dalle associazioni agricole per motivare il contrasto alle strategie del Green Deal e la richiesta di confermare l’attuale impostazione del Piano Strategico Nazionale.

Per le associazioni la crisi attuale è proprio la dimostrazione che il modello produttivo oggi dominante non è più sostenibile economicamente, socialmente e da un punto di vista ambientale e sarà causa di ulteriori crisi future legate sia a fattori geopolitici ma, soprattutto, agli effetti dei cambiamenti climatici e perdita della biodiversità, come la siccità di questa primavera sta evidenziando. Cambiamento, che secondo le 16 associazioni, deve essere concreto e dimostrato da target chiari e ambiziosi, che devono essere il primo obiettivo del lavoro delle prossime settimane.

L’impasse del negoziato tra il MIPAAF e le Regioni sulla distribuzione delle risorse del secondo pilastro della PAC, citata durante l’incontro dal Ministro, non può essere l’alibi per non avviare subito una riflessione sugli obiettivi ambientali e sociali dei territori rurali che deve coinvolgere tutte le componenti del Tavolo di partenariato, anche in relazione alle numerose osservazioni critiche evidenziate dalla Commissione UE su questa parte essenziale del Piano Strategico Nazionale.

Tali obiettivi quantitativi devono essere fissati in modo chiaro, come sinora è avvenuto solo per l’agricoltura biologica, in relazione a tutti gli obiettivi delle due Strategie UE del Green Deal, “Farm to Fork” e “Biodiversità 2030”, anche per tutti gli interventi agro-climatico-ambientali e sociali previsti per lo sviluppo rurale la cui gestione è affidata alle Regioni.

Anche per questo motivo, per le 16 associazioni la partecipazione alla definizione degli interventi per lo sviluppo rurale non può essere lasciata alla discrezionalità delle amministrazioni regionali e deve necessariamente prevedere un confronto allargato nel Tavolo nazionale.

Il cambio di rotta deve iniziare dal rafforzamento delle regole della condizionalità, a partire da quella sociale, e dall’impostazione degli eco-schemi che devono prevedere obiettivi ed impegni precisi  per la riduzione dei fertilizzanti, pesticidi, antibiotici e aumento degli elementi naturali del paesaggio nelle aree agricole.

Necessario per questo modificare l’eco-schema sulla zootecnia, che deve prevedere misure per ridurre densità e numero di capi nelle aree in cui è maggiormente praticata la zootecnia intensiva ed un aiuto per gli allevatori ovicaprini, anche impostando un limite minimo di autosufficienza nella produzione di foraggi  per contrastare l’eccessiva dipendenza da importazioni di mangimi, nonchè prevedere uno specifico eco-schema per la conservazione della natura e il paesaggio in sostituzione dell’eco-schema fasullo sugli uliveti, privo di una seria e documentata motivazione come ha evidenziato la Commissione UE. Devono essere inoltre rafforzate le relazioni tra la programmazione della PAC ed i Piani di Azione per la gestione della Rete Natura 2000, destinando adeguate risorse per la loro attuazione.

Altro punto nodale è quello della formazione, informazione ed assistenza tecnica agli agricoltori, sostengono le 16 associazioni; un cambiamento che si attuerà solo con strutture pubbliche in collaborazione con le Università ed Enti di ricerca a livello nazionale e regionale. Infine è necessario rafforzare tutti gli interventi per la sostenibilità sociale dei territori rurali con particolare attenzione ai giovani e alle donne, potenziando lo strumento del LEADER e gli interventi di agricoltura sociale.

Le associazioni della Coalizione #CambiamoAgricoltura, insieme a Greenpeace e Terra! invieranno le proprie osservazioni scritte per contribuire alla revisione sostanziale del Piano che il MIPAAF intende trasmettere alla Commissione UE entro la fine del mese di luglio.

Le 16 associazioni ambientaliste, dell’agricoltura biologica e dei consumatori che inviano questo comunicato rappresentano un’ampia alleanza tra la Coalizione #CambiamoAgricoltura e Associazioni come Greenpeace e Terra! che hanno condiviso l’analisi ed i commenti delle oltre 1500 pagine del Piano Strategico Nazionale della PAC post 2022. Le associazioni condividono la visione di una transizione ecologica dell’agricoltura italiana ed europea, che tuteli tutti gli agricoltori, i cittadini e l’ambiente.

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