la fabbrica di insalate

Crediti: Giovanni Culmone per Terra! 

La fabbrica di insalate

Nelle province di Bergamo e Brescia, l’avanzata della produzione delle insalate in busta (o quarta gamma)  è visibile a colpo d’occhio. Le stime indicano che il 31% della produzione di settore è in Lombardia mentre il 30% è concentrato nella Piana del Sele, in Campania. Due regioni agricole complementari dal punto di vista della stagionalità, nonostante con le serre sia di fatto possibile coltivare tutto l’anno.

L’intero processo di produzione della IV gamma è fortemente industrializzato e dipendente dalle continue richieste dei clienti, i supermercati. E proprio come in un’industria, se da un lato si assiste a una standardizzazione dei processi, dall’altra emergono forti criticità delle condizioni di lavoro: turni estenuanti, e giungla di contratti.

I lavoratori sono perlopiù indiani Sikh, che vivono intorno ai centri produttivi. Molte aziende, specie nei periodi di massima intensità, si rivolgono a cooperative, agenzie per il lavoro e Srl appaltando intere fasi di produzione. Con la crisi energetica del 2022, l’industria delle insalate in busta ha mostrato il volto della insostenibilità, economica e ambientale.

Secondo un produttore intervistato, l’aggravio dei costi di produzione, tra il ferro, la plastica, i fertilizzanti, la refrigerazione costante degli ambienti di stoccaggio è stato del più 20% e qualcuno si sta interrogando sui modelli alternativi da mettere in campo.

Questa e altre importanti filiere italiane sono al centro del nostro rapporto Cibo e sfruttamento - Made in Lombardia

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